Il Sole 24 Ore
È la grande accusata. Ma la UE è anche il punto di partenza, inevitabile, di una discussione «di fondamentale importanza per il futuro del nostro Paese. Perché l’agricoltura significa sviluppo, occupazione dei nostri giovani, futuro». Il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, lo ripete più volte davanti ai circa 12mila agricoltori delle regioni del Nord Italia che ieri, alla Fiera Congressi di Milano, si sono ritrovati per far sentire la propria voce e farne arrivare l’eco a quella Unione europea dipinta più come una matrigna che come madre benevola.
Le prove di questo giudizio arrivano anche dagli esiti di un sondaggio Coldiretti/Ixè. Solo per citare un dato, più di un italiano su tre (il 36%) ritiene che le norme varate dalla Ue abbiano peggiorato l’alimentazione e il cibo servito a tavola. Per non parlare poi degli esempi di cibo “snaturato” in nome della libera concorrenza (dal formaggio con polvere di caseina e caseinati al posto del latte, al cioccolato senza cacao) o dei piatti tradizionali vittime di vincoli sanitari (dalla pajata, all’ossobuco alla piemontese) e ambientali (i cannolicchi).