Il Presidente del Consorzio per la tutela della IGP Agnello di Sardegna, Cualbu:”Malgrado l’aumento dei prezzi minacci la redditività degli allevamenti, la nostra filiera ha mostrato la capacità di resilienza che caratterizza le aziende della Sardegna”
Sostenibilità a 360 gradi per l’Agnello di Sardegna IGP: ambientale, economica e culturale. Sostenibilità che per questa eccellenza della produzione agricola sarda viene rispettata grazie al fatto che l’Agnello di Sardegna IGP si nutre con il solo latte materno da pecore allevate all’aperto nel rispetto del benessere animale. La Sardegna è la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo, con pecore che si nutrono per l’80% di essenze foraggere spontanee rendendo inscindibile il legame dell’elevata qualità delle carni e dei prodotti caseari dal territorio in cui sono ottenuti.
Il paesaggio sardo è forgiato dal pascolamento e la pratica plurimillenaria della pastorizia ha plasmato i tratti salienti del suo paesaggio, tutelando e preservando la biodiversità. È per questo che le carni d’agnello hanno il sapore della Sardegna e veicolano sostanze ad azione benefica dovute proprio al pascolamento di essenze erbacee naturali. La denominazione viene curata dal Consorzio per la tutela della IGP Agnello di Sardegna che dal 2005 opera con funzioni di tutela, vigilanza e promozione, ed è composto da operatori economici appartenenti all’intera filiera per un totale di 4.781 soci di cui 4.740 allevatori, 27 macellatori e 14 porzionatori. All’interno del Consorzio di tutela si registra una buona presenza della componente femminile con 845 donne e per la prima volta nella ventennale storia del Consorzio, da dicembre, è stata eletta una donna, Maria Francesca Serra, nel nuovo Consiglio di Amministrazione. Consortium ha incontrato il presidente Battista Cualbu, allevatore del nord Sardegna e il direttore Alessandro Mazzette, agronomo, esperto in qualità delle produzioni zootecniche.
Presidente Cualbu, come si è comportata la filiera in questi due anni di pandemia?
Nonostante l’aumento esorbitante dei prezzi delle materie prime e dell’energia stia mettendo a rischio la redditività dei nostri allevamenti, la nostra filiera ha mostrato, nel corso di questa annata, quella capacità di resilienza che contraddistingue le aziende della Sardegna. L’annata 2021/2022 è stata la migliore degli ultimi 20 anni per il nostro agnello; dai numeri elaborati dal nostro ufficio di studi e ricerca, emerge che mentre sul totale degli agnelli macellati in Sardegna si è registrato un calo di oltre il -6% rispetto all’anno prima (1.030.635 del 2021 rispetto a 1.091.846 del 2020) in quelli certificati IGP si è avuto un aumento dello +0,4% (757.00 capi macellati nel 2021 rispetto ai 755.325 del 2020). Abbiamo inoltre rilevato un +9% nel fatturato all’origine grazie alla crescita del prezzo delle carni d’agnello registrata nelle prime settimane di dicembre (mese in cui si vende oltre il 30% della produzione annuale). Questa tendenza si è ripetuta anche durante le festività pasquali dove abbiamo registrato un aumento del prezzo dell’agnello del +36% rispetto all’anno precedente.
Direttore Mazzette, il Covid ha cambiato anche le scelte dei consumatori?
L’emergenza pandemica del Covid ha avuto un effetto importante sulle scelte del consumatore, che è sempre più attento ai prodotti certificati e a quelli di prossimità. A questo effetto sul consumo, si è aggiunta la carenza di prodotto estero sul mercato nazionale, causata dagli alti costi di trasporto e dalle problematiche legate alla logistica. Questa situazione di mercato ha avuto un effetto positivo sulle quotazioni delle carni d’agnello nazionali, che in alcuni casi hanno registrato degli aumenti di prezzo superiori al +30% rispetto allo stesso periodo del 2020. Particolarmente richiesto l’Agnello di Sardegna IGP, che nei volantini della grande distribuzione, ha fatto registrare un differenziale di prezzo pari a circa 2 euro/kg rispetto all’agnello nazionale.
Cosa sta facendo il Consorzio per promuovere la denominazione non solo sul mercato italiano?
In questi anni abbiamo investito tanto sulla promozione e valorizzazione del nostro prodotto. Recentemente ci siamo classificati secondi nel bando europeo Agri promotion, su 52 progetti approvati (142 quelli presentati) all’interno della linea Simple (affiancata alla linea Multi Programs in cui sono stati approvati altri 33 progetti). Un podio a maggioranza italiana poichè al primo posto si è classificato il Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP: le due eccellenze italiane si sono posizionate davanti alle più importanti filiere di produzione agroalimentare europee. Il nostro progetto ha ottenuto punteggi altissimi nella valutazione generale, nella pertinenza del progetto di promozione e nella qualità delle azioni da intraprendere. Ha ottenuto inoltre il massimo punteggio per la valutazione dell’impatto della campagna a livello europeo, “poiché il programma ha una portata significativa – si legge nella griglia di valutazione – e ha il potenziale di accrescere la domanda”. È un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi poiché per la prima volta il Con.T.A.S. ottiene un riconoscimento importantissimo a livello europeo. L’assegnazione del finanziamento non solo permette la realizzazione di azioni che hanno come obiettivo la crescita del settore e del prodotto stesso, ma rappresenta anche una certificazione importantissima al settore agropastorale sardo, indirettamente riconosciuto come uno dei più sostenibili d’Europa. La campagna di promozione che abbiamo pensato e studiato per la partecipazione a questa importante gara è stata ritenuta idonea perché promuove un prodotto in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo la nostra produzione. È stata ritenuta dalla Commissione, sostenibile e con un ruolo importante per ciò che riguarda il settore agroalimentare e altrettanto importante per la sostenibilità climatica e ambientale ed economica della nostra Isola.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2022_02