Un quarto della produzione dell’Agnello di Sardegna IGP è destinato all’estero, quasi tutta in Spagna. Intanto il Consorzio punta ad ampliare la sua presenza all’estero
Sulla tavola di Pasqua dei paesi cattolici l’agnello non manca mai. E quello che si cucina a Roma o Madrid ha spesso lo stesso “pedigree”: proviene dai 750mila capi di Agnello di Sardegna IGP, tutti nati e cresciuti sull’isola allo stato brado. Un quarto delle loro carni finisce all’estero, e per il 90% si ferma in Spagna.
“Si tratta di un mercato consolidato, che però è cresciuto molto a valore soprattutto negli ultimi anni, arrivando a una ventina di milioni di euro – spiega Alessandro Mazzette, direttore del Contas, il Consorzio di tutela che riunisce allevatori, macellatori e porzionatori – Gli spagnoli amano la delicatezza del nostro agnello e lo preferiscono agli ovini iberici, completamente diversi perché più adulti, e sempre più destinati ai paesi arabi”.
Dove subiscono però la crescente concorrenza della IGP sarda, che sta puntando ad ampliare la sua presenza all’estero, dove sviluppa il 20% del giro d’affari, anche aprendo nuovi e promettenti mercati, come Cina e Giappone.
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Fonte: Il Sole 24 Ore