Il Piccolo
Dopo il controverso “scippo” del nome Tocai da parte dell’Ungheria a danno del noto vino friulano, peraltro ottenuto da un vitigno autoctono, altrettanto sta avvenendo fra Italia e Croazia, sempre per un discorso di tutela delle denominazioni e dei marchi nell’Unione europea. Più che di capriccio italiano si dovrebbe parlare di normativa europea a protezione della tipicità di alcuni prodotti. Salvo clamorose sorprese, Zagabria entrerà nell’Ue dal 1 ° luglio, e da quel giorno non sarà più possibile bere il Prosek poichè il nome assomiglia troppo al Prosecco italiano. Il Prosek è un vino da dessert, prodotto esclusivamente con uve coltivate in Dalmazia. Il metodo per ottenerlo consiste nella lunga fermentazione dell’uva essicata, dalla quale si ottiene un vino passito che come gusto e densità ricorda il vermouth o il marsala. Ci sono anche altri metodi, molto più sbrigativi ma meno genuini. In Croazia sono 27 i produttori di Prosecco regolarmente registrati, la cui produzione annua è di un migliaio di ettolitri, di cui buona parte destinata all’esportazione.