All’interno dell’Indicazione geografica Aceto Balsamico di Modena sarà possibile distinguere livelli di invecchiamento e utilizzo di mosto. Rimanendo distinti dalla DOP che invecchia almeno 12 anni
Una nuova indicazione in etichetta per distinguere i diversi tipi di Aceto Balsamico di Modena all’interno della produzione IGP. In questo modo i consumatori riusciranno più facilmente a orientarsi tra le caratteristiche organolettiche di un prodotto che, a seconda della quantità di mosto utilizzato e dell’invecchiamento, può posizionarsi su fasce di prezzo anche molto diverse, seppure all’interno dello stesso disciplinare di produzione che regola l’IGP. E senza comunque confondersi con l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP che si ottiene esclusivamente dal mosto, segue regole di produzione completamente differenti e si può commercializzare solo dopo almeno 12 anni di invecchiamento (e 25 anni per potersi fregiare come “extra vecchio”), posizionandosi conseguentemente su un altra gamma di prezzo.
La novità, che sarà presentata nel dettaglio a ottobre, è stata anticipata durante un evento di promozione organizzato a Milano dai Consorzi di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Il nuovo sistema di classificazione “Consortium Profile” consiste un un logo «che attraverso elementi grafici e descrittivi – è stato annunciato – sarà in grado di fornire un profilo sensoriale semplice e immediato». Ogni produttore ad oggi già diversificava le diverse produzioni in etichetta, ma da ora in poi si riuscirà a fornire un’indicazione omogenea.
Business in crescita
L’Aceto Balsamico di Modena IGP nel 2020 ha raggiunto il miliardo di euro di fatturato al consumo, superando i 90 milioni di litri prodotti, con un calo di produzione di circa 5 milioni rispetto al record del 2019, a causa soprattutto della crisi dei consumi nei ristoranti. Ma il 2021 fa ben sperare, con la produzione che da gennaio a fine agosto di quest’anno è cresciuta del 15% sullo stesso periodo dell’anno precedente: se il trend sarà confermato si supererà la soglia record dei 100 milioni di litri. Con 64 produttori e un export che rappresenta il 92% della produzione, in 120 Paesi, l’Aceto Balsamico è uno dei principali rappresentati dei prodotti agroalimentari made in Italy nel mondo.
Fonte: Il Sole 24 Ore