L’Europa rende più restrittivi i disciplinari: per le cosce aumentano stagionatura e peso, l’allevamento si allarga al Friuli, per l’aceto più densità e meno acidità. Esultano i Consorzi di tutela
Questa è una notizia un po’ tecnica, ma che riguarda milioni di buongustai. L’Unione europea ha detto, «si» alla modifica di due disciplinari di produzione: quello per il Prosciutto di Parma DOP e quello per l’Aceto Balsamico di Modena IGP. Approvati dalla Commissione europea, i documenti rafforzano l’identità e l’unicità dei due prodotti rispetto alla concorrenza, innalzando gli standard qualitativi e consolidando l’attenzione verso le esigenze del consumatore e la sostenibilità ambientale.
L’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi esprime grande soddisfazione: «La revisione del disciplinare del Prosciutto di Parma DOP, che arriva a circa trent’anni dalla sua prima stesura, lo rende ancora più competitivo sul mercato domestico e su quelli internazionali». Stessa cosa vale per quello dell’Aceto Balsamico le cui «modifiche vanno anche in
contro ai gusti del consumatore»
Partiamo dal Prosciutto di Parma DOP: nel 2022 sono state marchiate con il noto sigillo metallico a forma di corona circolare a cinque punte 8 milioni di cosce per un valore al consumo di 1,6 miliardi di euro. L’iter di modifica del disciplinare era stato avviato a seguito della domanda presentata dal Consorzio di tutela circa tre anni e mezzo fa e sostenuta dal ministero dell’Agricoltura e dalla Regione.
«Tutelare il bene del territorio, la stabilità del comparto e la fiducia da parte del cliente – rimarca il presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, Alessandro Utini – alimentano da sempre il nostro impegno per la realizzazione di un prodotto unico e riconoscibile, che sappia coniugare la tradizione con le attuali sfide legate al Green Deal europeo». Le nuove disposizioni riguardano aspetti genetici, peso e alimentazione dei suini, benessere animale, peso e caratteristiche delle cosce fresche. La zona di allevamento si allarga al Friuli Venezia Giulia; sono definiti i tipi genetici di suini ammessi e gli alimenti da utilizzare in allevamento.
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Fonte: Corriere di Bologna