Si è svolta in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati l’audizione informale, in videoconferenza, in relazione all’affare assegnato n. 1090 (Problematiche relative alla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche – IG) di rappresentanti del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena. L’audizione ha riguardato una modifica normativa della legislazione della Slovenia sulla produzione di aceto.
“Quando parliamo di aceto balsamico parliamo di 3 prodotti a denominazione protetta, un IGP e due DOP. Dagli anni ’80 sono cresciuti ed oggi il comparto fattura oltre 1 miliardo, di cui il 92% dal resto del mondo, con Europa e Stati Uniti in primis. Quello che si sta attuando da parte della Slovenia è la produzione di aceto balsamico, un aggiramento del regolamento comunitario che va contrastato velocemente, altrimenti creerebbe un varco pericoloso per altre denominazioni. Sia Origin Italia che Origin Europa ci stanno appoggiando, ma noi chiediamo un atto formale per far rientrare questa problematica. Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere un intervento tramite l’apertura della procedura“. Così ha riferito Mariangela Grosoli presidente Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena.
“A inizio anno la Slovenia cambia la normativa nazionale sugli aceti. Si tratta di norme tecniche basate su uno standard che riavvicina le legislazioni nazionali per una concorrenza equa. La nuova norma aggiunge una riga che prima non c’era e che si pone in netto contrasto con il resto della normativa slovena, che prevede la commercializzazione con il nome “Aceto di”. Secondo la nuova norma questo vale se non nel caso di aceto a cui può essere aggiunto mosto. Così la norma viola gli standard europei sulle denominazioni di origine e la competenza. Così la garanzia viene raggirata e il regolamento 69 del 2011, aggiungendo la denominazione balsamico senza avere questa caratteristica. Questi prodotti possono essere commercializzati in tutta Europa e quest norma è stata notificata alla Commissione e a tutti gli stati membri, con l’Italia che ha preso una posizione formale con la relativa opposizione. La Commissione non si è espressa e la procedura non prevede ulteriori passaggi. Come Consorzio abbiamo parlato con il Ministero, mentre l’Avvocatura dello stato ha accettato la possibilità di presentare una richiesta di infrazione. Oltre alla violazione dei regolamenti, si violano anche alcuni articoli del Trattato europeo. La prima fase è morbida, con un consultazione con i due stati. Se dopo due mesi non si trova una soluzione stragiudiziale si aderisce alla Corte di Giustizia europea. Da giugno a ottobre abbiamo inviato comunicazione a Patuanelli e Draghi. Assistiamo a un attacco globale al Made in Italy, ma stiamo valutando anche un ricorso alla Corte Costituzionale slovena, anche se quersto percorso è impervio“, ha specificato Federico De Simoni direttore generale Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena.
“Anche il nostro consorzio è colpito dall’iniziativa slovena, ma il nostro prodotto ha un disciplinare rigidissimo che lo rende selezionato e costoso. Se il prodotto sloveno dovesse essere commercializzato in Europa ci sarebbe un detrimento per i prodotti nazionali, anche a causa della maggiore competitività economica. Dunque è urgente intervenire sulla questione, anche con una prima fase stragiudiziale che spinga alla soluzione del problema. Per i prodotti sotto attacco servirebbe uno stanziamento apposito, d’emergenza, che potrebbe essere utile per sensibilizzare i consumatori stranieri“, ha infine concluso Cesare Mazzetti, vicepresidente Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena.
Fonte: Agricolae