Gli agricoltori europei sul piede di guerra: le associazioni contestano la mancanza degli standard ambientali e di sicurezza nell’accordo con il Mercosur.
Per gli agricoltori l’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur, così com’è, non va. Sul banco degli imputati c’è l’assenza del principio di reciprocità, senza il quale rischiano di entrare nell’Unione europea beni agroalimentari che non rispettano gli stessi standard ambientali e di sicurezza dei prodotti europei.
Le principali associazioni degli agricoltori temono la concorrenza sleale da parte dei grandi produttori agricoli sudamericani e si dicono in particolare preoccupate per l’uso che viene fatto nei quattro Paesi del Mercosur – Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – degli antibiotici e degli ormoni della crescita negli allevamenti, così come per l’utilizzo nei campi di pesticidi vietati dalla Ue.
Ieri la Commissione ha lasciato trapelare di essere disposta a istituire una riserva di un miliardo di euro nel caso in cui il settore agricolo europeo dovesse subire un impatto negativo dall’accordo commerciale.
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Al settore agroalimentare però l’accordo di libero scambio con il Mercosur offre anche alcuni vantaggi, primo fra tutti la protezione di oltre 350 prodotti a Indicazione Geografica.
Eppure solo l’Unione italiana vini ad oggi si è detta favorevole all’intesa: il dazio sui vini europei esportati in Sudamerica è al 27% e quello sugli spumanti va dal 20 al 35%, abolirli significherebbe per i produttori ridare fiato a un mercato che oggi non dà segnali di crescita.
Anche il governo Meloni è intenzionato a chiedere garanzie alla Ue sulla reciprocità.
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Fonte: Il Sole 24 Ore