Valore della proprietà intellettuale e sviluppo delle produzioni biologiche in campo agroalimentare, in particolare in un’ottica di collaborazione italo-tunisina. Questi i temi al centro della tavola rotonda, organizzata dall’ICE-Agenzia a Tunisi in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, a chiusura della IV Edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo in Tunisia.
Aperto dall’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, il seminario è stato “un’occasione per discutere delle buone pratiche in un settore strategico sia per l’Italia che per la Tunisia”, ha affermato la direttrice dall’ICE-Agenzia, Donatella Iaricci. La prima sessione dell’evento ha riguardato le produzioni a Indicazione Geografica e le biologiche con un focus sulle certificazioni e sui modelli di bio-distretti in Italia e in Tunisia con gli interventi del Direttore Generale di Federbio Servizi, Mauro Conti, e del Direttore Generale per l’agricoltura biologica del Ministero dell’Agricoltura Tunisino, Samia Maamer.
In Italia, tutti gli indicatori del biologico sono in crescita: il fatturato del settore è di 2,5 miliardi di euro nel 2018, con un aumento del 3% sul totale del settore agroalimentare, 86% delle famiglie italiane acquista biologico almeno una volta l’anno. Dati positivi anche per la produzione agricola: nel 2018 le superfici coltivate in Italia sono ormai quasi 2 milioni di ettari, è bio il 15,5% della SAU italiana (superficie agricola utilizzata), mentre le aziende certificate sono salite a 80.000. Anche in Tunisia, la produzione biologica è aumentata così come le relative esportazioni, in particolare di olio di oliva e di datteri. Per quanto concerne l’olio di oliva bio, la Tunisia è il primo produttore al mondo. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Agricoltura tunisino, i prodotti bio esportati sono 60 e sono destinati 30 paesi. Le aree produttive hanno raggiunto oltre i 370.000 ettari con un indotto di 1064 imprese. Entrambi i paesi giocano un ruolo importante in questo comparto e possono trovare delle forme di partenariato. Una di queste è rappresentata dal modello dei bio-distretti, intesi come una catena di imprese di un determinato territorio, in grado di produrre valore nella forma di prodotti o servizi destinati al consumatore. In Tunisia esistono già 5 Bio-distretti pilota. Il dibattito è stato animato dal Direttore Generale della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati, che ha presentato il sistema di qualità applicato in Italia, delle IG (DOP e IGP), e dalle rappresentanti dell’Innorpi, Lamia El Kateb e Abir Toumi, che hanno illustrato rispettivamente le protezioni AOC e le certificazioni SIQO per il controllo della qualità e dell’origine dei prodotti tunisini.
L’Italia con oltre 800 prodotti certificati vanta il maggior numero di indicazioni geografiche in Europa. Si tratta di un primato non soltanto numerico ma anche economico che rappresenta un fattore di crescita del Made in Italy. Ha concluso la tavola rotonda, il direttore generale del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica in Sicilia, Antonino Scivoletto, con la storia di questo prodotto che ha ottenuto il riconoscimento IGP ed è attualmente il primo prodotto FOOD al mondo dotato di un “passaporto digitale” che consente di bloccare su nascere ogni tentativo di contraffazione.
Fonte: ANSAmed.it