È di 680 milioni di euro la dotazione finanziaria aggiuntiva per il biennio 2019-2020, su cui il comparto del vino italiano potrà contare dopo la proroga, dal 2018 al 2020, della scadenza del “Piano Nazionale di Sostegno al Settore Vitivinicolo”, strumento “essenziale per il rafforzamento della competitività delle nostre aziende”, ha detto nell’annunciare la notizia Domenico Zonin, alla guida di Unione Italiana Vini.
Un risultato importante, spiega una nota, “ottenuto per il settore vitivinicolo italiano nell’incontro istituzionale in Commissione Europea, nel Gabinetto del Commissario all’Agricoltura Phil Hogan, in linea con il quadro finanziario della Pac”. “Tra il 2009 e il 2013 la dotazione annuale del programma – spiega Zonin – è aumentata del 41%. Il Pns, attraverso la misura “Ristrutturazione e riconversione varietale” ha stimolato le aziende a produrre per il mercato adeguando la produzione alla domanda e incoraggiato l’innovazione e lo sviluppo di pratiche moderne in vigna come in cantina.
Con la misura “Promozione”, invece, ha favorito gli investimenti per la valorizzazione e diffusione nei Paesi terzi dei brand e dei territori (Ig), particolarmente apprezzati in tempi di crisi”. “Oggi raccogliamo i frutti di questo impegno – aggiunge Zonin – siamo riusciti a migliorare la competitività delle aziende e la propensione all’export diversificando i mercati di sbocco, per far fronte al calo strutturale dei consumi nel mercato interno (italiano e Ue) e rispondere all’aumento del consumo di vino nel resto del mondo (240 milioni di ettolitri nel 2013 contro 226 nel 2000). Dal 2009 al 2014 sono stati ristrutturati 75.000 ettari, l’11% della superficie vitata italiana. L’export è passato da 3,7 a 5,1 miliardi di euro e tende dritto a 5,5 miliardi di euro nel 2015”.
Fonte: Wine News