Il Gallo Nero festeggerà a maggio il centenario dalla fondazione, avvenuta nel 1924 grazie a trentatré pionieri dotati di incredibile visione. Non tutti i Consorzi possono contare sulla forza visiva di un logo riconoscibile. Presente, passato e futuro dell’ente toscano nelle parole del direttore Carlotta Gori, in Consorzio da 28 anni.
Certe storie si giudicano da come finiscono. Altre da come iniziano, si rinnovano e si evolvono senza invecchiare mai, nel moto perpetuo di scelte visionarie capaci di sfidare il tempo e i tempi. Intrecciandosi magicamente con altre storie senza rughe.
Se il Consorzio Chianti Classico copie 100 anni nel 2024, è perché trentatré produttori, nel 1924, decisero di riunirsi a Radda per difendere un vino unico, prodotto in un territorio delimitato sin dal 1716 dal Bando di Cosimo III de’ Medici, sulla base della qualità superiore delle uve ottenute in quell’areale.
È proprio a partire da quell’intuizione – che sa tanto di “denominazione di origine controllata” ante litteram – che l’epopea del “Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca di origine” prese vita in Toscana.
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Fonte: Italia a Tavola