Arrivano i cinesi! Qualcuno potrebbe giustamente dire che non se ne può più di parlare dei cinesi che vengono sempre tirati in ballo per qualsiasi cosa.
Ma questa volta dobbiamo inevitabilmente parlare del Made in China sotto un altro aspetto; nuovo e perfino imprevisto. Da qualche giorno anche la Cina ha il suo prodotto agroalimentare registrato; perché nell’aprile 2006 la Comunità europea ha previsto la possibilità, di presentare domande di registrazione DOP/IGP/STG anche per i produttori dei paesi terzi. Il primo prodotto cinese registrato è uno spaghetto d’amido dal nome Longkou Fen Si IGP. Non credo che la Barilla si debba preoccupare per questo, ma invece dovremo seriamente iniziare a vedere le cose anche con un’ ottica diversa quando parliamo dei prodotti cinesi. Il messaggio sotteso a questa nuova denominazione comunitaria è chiaro ( ci sono anche altri nove prodotti in attesa di registrazione): la Cina non è solo “impresa del tarocco”, sta lentamente nascendo anche una cultura imprenditoriale che cerca la qualità, per crearsi uno spazio nei mercati dove questa è richiesta, come quelli agricolo ed alimentare. Questo ci deve portare a pensare che presto ci troveremo di fronte a scenari e dinamiche commerciali completamente nuovi. Le altre implicazione che restano aperte di fronte all’avanzata dei prodotti cinesi certificati sono di natura strettamente geopolitica; la prima è come riuscire a traghettare la Cina a favore dell’Europa nella ormai annosa discussione all’interno del WTO per il riconoscimento dello IG; la seconda è sulla reciprocità che l’Unione Europea invoca e attua in tutta la legislazione, ma che purtroppo è quasi sempre ad un senso solo; ovvero noi concediamo tutto, gli altri paesi poco o niente.