L’Arena
IL DIBATTITO. Veronesi e Valente all`incontro a Villa della Torre. Si boccia l’OGM ma un miliardo di persone ha fame. «Rivediamo l’intera politica agricola e rilanciamo il modo di fare impresa in agricoltura». Ma anche «si privilegi la cooperazione sana e l’impresa privata altrettanto sana, che devono cercare intese operative e collaborazione, invece di sostenere cooperazione e privati che non sanno gestirsi». Il primo perentorio invito è stato fatto da Giordano Veronesi, già presidente di Assalzoo e di Confindustria Verona, vicepresidente di Veronesi Holding, il secondo dal neo presidente del Consorzio Agrario Veneto lombardo a Villa dellaTorre di Fumane al convegno
«L’arte pastaia nel veronese, strumenti e tradizioni» dell’associazione Aipo e dal Consorzio olio Veneto dop.
Un convegno più culturale che di proposta, ma dove Veronesi e Valente hanno voluto far capire che molto deve cambiare nell’agroalimentare. Veronesi ha espresso in pieno le preoccupazioni dei produttori italiani di alimenti per animali per la politica agraria dell’Italia e si è allacciato a un recente libro dell’ex ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro («Cibo e agricoltura nell’era della nuova scarsità») per tornare ad uno dei suoi temi più cari. In Italia si bocciano gli ogm, ma si dimentica che un miliardo di persone vive nella fame. I dati produttivi, inoltre, sono sconfortanti. Oggi l’Italia importa il 160% del frumento tenero che produce (4,9 milioni di tonnellate rispetto a3 milioni), importa il 67% del grano duro rispetto la prodotto (2,6 milioni di tonnellate contro una produzione di 3,8 milioni), il 30% del fabbisogno di orzo, per non parlare del mais e dei semi oleari, a partire dalla soia, della quale si assiste ad una impennata storica del prezzi. Una situazione insostenibile, ma non ineluttabile. A patto, però, che pubblico e privato si attivino per una vera politica a sostegno della vera agricoltura. Sennò è quasi inutile insistere nel proporre il made in Italy alimentare se poi, in realtà, quote consistenti di materie prime sono importate. Nuovo coraggio della politica, quindi, ma soprattutto, per Veronesi, «nuovo coraggio» da parte degli imprenditori per la ricerca delle migliori sementi italiane (il Calv ha in Sicilia un centro di ricerca e produzione di sementi), per adottare tecnologie più sofisticate, e migliorare la produttività per diminuire la dipendenza dall’estero per le materie prime. E Veronesi lancia anche un’altra proposta: quella che le imprese italiane entrino nel sistema di land grabbing, di acquisizione a lungo termine di terre da coltivare, già adottato da molti stati in Asia (in Siria), e in Africa (dal Mozambico al Sudan), ma anche in Canada e Sudamerica per produrre con materie prime e tecniche italiane quello che serve all’agroalimentare.