Panorama
Gian Luca Rana stringe la mano della moglie Antonella e osserva i tavoli del Giovanni Rana pastificio & cucina, il ristorante appena inaugurato a Manhattan. Poi alza lo sguardo alla moto rossa appesa al soffitto, la vecchia Guzzi che suo padre Giovanni usava per trasportare i suoi primi prodotti a San Giovanni Lupatoto, il paese in provincia di Verona dove tutto è nato esattamente 50 anni fa. Per il marchio la sfida in gioco sul nuovissimo ristorante newyorkese sarà cruciale nella strategia internazionale dell`azienda, che in soli 4 anni ha aperto 28 ristoranti in Italia, cinque in Svizzera e uno a Madrid, Londra e in Lussemburgo. «L`obiettivo è moltiplicarne il numero» spiega Antonella, responsabile della ristorazione «con un programma di sviluppo in franchising». Da tempo i Rana accarezzavano l`idea di una testa di ponte negli Usa, capace di generare business e marketing. La scelta è caduta sul Chelsea market, storico immobile nel cuore del Meatpacking district e palcoscenico ideale per chi vuole lavorare nella moda e nella ristorazione. Affittato il locale in mattoni rossi, parquet grezzo e grandi colonne di legno, i Rana hanno investito 2 milioni. Per mesi hanno addestrato i 100 addetti. Le materie prime verranno importate dall`Italia. «Si lavorerà anche di notte» dice Gian Luca «e sotto gli occhi dei clienti, si produrranno 250 chili di pasta fresca al giorno». Nella cucina a vista del ristorante, sei addetti si alternano nella creazione di 50 diversi tipi di pasta. E nelle ore pomeridiane prenderà il via una scuola di cucina per bambini.