La Stampa
Dopo anni di polemiche sul falso Made in Italy alimentare e di schifezze assortite come il Nebbiolo svedese in polvere, è partita col 2013 una piccola rivoluzione nella certificazione di qualità dei prodotti alimentari europei, un sistema destinato a proteggere soprattutto le specialità tipiche italiane. E in vigore dal 3 gennaio un regolamento dell’Ue (approvato nello scorso autunno) che introduce una novità fondamentale: i singoli Stati europei dovranno attivarsi a livello amministrativo e giudiziario per reprimere i tarocchi dei prodotti stranieri sui loro territori, cioè per impedire (ad esempio) che in Germania si venda un formaggio che l’etichetta definisce come «parmesan» anche se con il parmigiano non ha la benché minima parentela. Così i consorzi italiani non dovranno più caricarsi della fatica e delle spese di far valere i loro diritti contro l’inerzia complice delle autorità locali, come è stato finora.
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