Sono ormai lontani gli anni in cui al ristorante compariva una mesta salierina per i clienti che avessero voluto aggiungere una presa di sapidità ai loro piatti. Oggi il sale è diventato un soggetto gastronomico di prima grandezza, con chef e ristoranti che fanno a gara nel proporne le tipologie più diverse con una grande pluralità di soggetti golosi.
Cominciando da casa nostra, dal mare di Mothia, fra Trapani e Marsala, arriva un sale marino di sapore elegante, già noto fin dai tempi dei Fenici. L’alternativa tricolore è a Cervia, dove il Camillone, una salina presidio Slow Food, fornisce un sale «dolce», nel senso di molto puro di grande eleganza. Dalla Francia arrivano invece il sale grigio di Guérande, in Bretagna, sull’Atlantico, umido, grigiastro di argilla, molto sapido, o il candido, iposodico fleur de sel della Camargue. A questi sali ad alto contenuto gastronomico va aggiunto un prodotto che è entrato nei tic dei grandi chef: il Maldon, una rarità inglese dell’Essex che si presenta sotto forma di scaglie e che vanta origini medioevali. Il suo sapore netto, la consistenza croccante, lo scioglimento lento, lo rendono perfetto per piatti creativi (molto buono perfino sul cioccolato).
Fonte: Il Messaggero