L’Unità
È iniziata la campagna elettorale. Dopo «l’agenda Monti» si intensificano le proposte programmatiche provenienti dai più svariati settori. Ma la discussione sui temi agricoli stenta a decollare. Nel frattempo, anche per dare più voce al mondo agricolo, nasce Agrinsierne il coordinamento che rappresenta circa il 30% del valore dell’agroalimentare italiano delle le aziende e le cooperative di Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che, a sua volta, ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). «E una svolta storica nell’agricoltura e nell’agroalimentare del nostro Paese – commenta Giuseppe Politi, presidente della Cia e coordinatore di Agrinsieme – perché l’accordo interassociativo unifica una parte maggioritaria del mondo della rappresentanza agricola e si propone come interlocutore nei confronti della politica. Insomma, si tratta di un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo italiano. Solo in questo modo si possono superare in maniera adeguata i complessi problemi e le grandi sfide che il settore primario è costretto ad affrontare».
È lungo l’elenco dei nodi da risolvere nel settore agricolo: difendere i redditi dei produttori, ridurre i costi di produzione e l’asfissiante burocrazia, la discussione sulla riforma della Pac (Politica agricola comune) nel quadriennio 2014-2020 e tanto altro ancora. Per questo motivo dovranno essere sempre più diffusi gli strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione.
Sara cruciale in queste settimane il ruolo diAgrinsiemeper la discussione nelle prossime elezioni politiche. «È nostra intenzione confrontarci con tutti i leader dei partiti per esporre i problemi, molte volte sottovalutati, dell’agricoltura e dell’agroalimentare in generale – continua Politi Ad essi presenteremo le richieste per dare al settore nuovo impulso e politiche in grado di sviluppare le tante risorse e potenzialità che racchiude il sistema imprenditoriale agricolo. Nostro auspicio, comunque, è che le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio possano garantire una maggioranza stabile e un governo autorevole. Il Paese e l’apparato economico-produttivo hanno, infatti, bisogno di un esecutivo e di un Parlamento che finalmente riaccendano i riflettori sull’agricoltura, il cui ruolo centrale e strategico deve essere realmente valorizzato con fatti concreti e non con semplici parole».
La svolta che si auspicano gli operatori del settore deve innanzitutto favorire la crescita delle aziende e deve dare un valido sostegno all’innovazione, all’internazionalizzazione e al ricambio generazionale in agricoltura.
Occorre un cambiamento di marcia nei confronti dell’intero sistema agroalimentare, troppe volte dimenticato e penalizzato da politiche fondate su un esasperato rigore e su tagli indiscriminati. «L’ indispensabile una strategia propulsiva – chiosa Politi – che permetta alle imprese di operare con la dovuta efficacia, eliminando tutti quegli ostacoli (costi produttivi e contributivi, burocrazia, ndr) che oggi impediscono operatività sui mercati e redditività dei produttori».
Insomma quella che si prefigura è una presenza più importante e non più marginale delle tematiche agricole nel prossimo dibattito elettorale. Il rafforzamento delle imprese, la corretta gestione delle risorse naturali e una seria semplificazione burocratica potranno essere temi di discussione anche perché i numeri di Agrinsieme 1.500.000 associati, 900.000 aziende, 5100 cooperative, 94.000 occupati, 720.000 soci produttori – rappresentano non solo una enorme forza economica, ma un bacino elettorale che nessuno potrà permettersi di non ascoltare.
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