Corriere della Sera
Inchiesta in Svezia I trafficanti passano dalla Norvegia per non pagare i dazi europei. Arrestati due inglesi. L’Italia: danni anche peri nostri produttori. Arrivano dalle pianure cinesi dello Jinxiang, attraversano l’intera Russia, transitano nei mercati norvegesi di Oslo e prendono la via del contrabbando, attraverso la frontiera con la Svezia e, dunque, con l’Unione Europea. Non sono uomini e non sono sigarette. No: stiamo parlando di aglio fresco. Già, l’ortaggio più terapeutico della Terra sta diventando un ambito prodotto di traffici clandestini. La ragione? Sempre la stessa, cioè quella delle «bionde»: dazi, prezzi, guadagni. Viene acquistato ai bassissimi prezzi cinesi e introdotto evitando i salatissimi dazi europei: 9,6%. Nelle casse dei contrabbandieri finiscono somme ingentissime. Come i io milioni di euro che stavano per aggiudicarsi i due contrabbandieri britannici arrestati dalle autorità svedesi. Secondo il pubblico ministero di Stoccolma, Thomas Ahistrand, «stiamo parlando di un grande giro di denaro: le spedizioni di aglio interessate sono numerose». Gli inquirenti avrebbero cioè interrotto uno dei traffici più redditizi degli ultimi anni, preso seriamente in considerazione dall’Ufficio Anti frode europeo che sulla rotta Cina-Europa ha iniziato a indagare nel 2010, dopo aver scoperto un tir con un carico di 28 tonnellate di aglio illegale. La punta di un iceberg, considerato che il business è stato stimato intorno alle 1.200 tonnellate «nascoste» in 18 mesi. Un’attività clandestina fiorente e colorita. Prima dei due inglesi nella rete degli inquirenti è finito uno dei più grossi importatori londinesi, il 57 enne Marugasan Natarajan, condannato per aver beffato il fisco su 7 mila tonnellate di aglio non dichiarato. O meglio, dichiarato sì ma come zenzero fresco, merce esentasse. Tradotto in moneta significa un risparmio fiscale di 2,5 milioni di euro. Mille tonnellate sono state invece contestate al suo «collega» irlandese di Rathcoole, contea di Dublino, il quale aveva etichettato l’ortaggio come mele.