Il Messaggero
Fa discutere, nel mondo dell’editoria, il successo imprevedibile e in controtendenza di una rivista tedesca che si chiama Landlust: arrivata a vendere nel giro di qualche anno attorno al milione di copie, cifra quasi incredibile in tempi che sembrerebbero proibitivi per la carta stampata, soccombente rispetto al web, Landlust si occupa della vita in provincia – in campagna in particolare -e degli stili di vita correlati. Non ho avuto modo di sfogliare la rivista ma ciò che colpisce, oltre le dimensioni del successo, è la tendenza che ne emerge: non tanto o non solo un generico, nostalgico vagheggiamento di una natura più immaginaria che reale, quanto l’interesse a riconsiderare il rapporto con la natura stessa. Continuiamo a parlare di natura come di qualcosa esterno a noi, distinto da ciò che chiamiamo cultura, ma mai come oggi dovrebbe apparire evidente il legame stretto tra i due termini; un legame che il bosco esemplifica nella sua concretezza di spazio-limite tra natura e cultura e di bene comune.