La Settimana
Una governance di filiera, che sia organizzata e che metta in campo una strategia per la gestione del prodotto e del mercato, integrata con politiche di marketing/branding; il tutto affiancato all’azione delle singole imprese produttrici, che devono spingere al massimo la qualità. E’ ancora ciò che manca all’Aglio bianco polesano Dop (Denominazione d’origine protetta), secondo Corrado Giacomini, ordinario di economia agroalimentare all’università di Parma. Se ne è parlato stamane (20 febbraio), al convegno “Essere Dop: attese e prospettive… la filiera dell’aglio bianco polesano Dop a confronto”, che si è tenuto in Camera di commercio, con l’organizzazione del Consorzio di tutela Abp Dop e dell’Azienda mercati, cui hanno partecipato produttori, confezionatori, distribuzione, ristorazione locale, consumatori e associazioni di categoria. Al centro dei lavori, quell’ “oro bianco” del Polesine, unico aglio veneto con la certificazione d’origine europea.