Adige
In soli dieci anni, i laboratori di panificazione trentini si sono dimezzati, passando dagli oltre duecento forni all’attuale centinaia di piccole panetterie, spesso a conduzione famigliare, disseminati su tutto il territorio. Allo stesso tempo, la razione di pane fresco acquistata giornalmente dalla popolazione è progressivamente calata, raggiungendo uno dei livelli più bassi di sempre (circa 100 grammi pro capite), mentre la concorrenza delle grandi catene alimentari, che immettono sul mercato prodotti a lunga conservazione, pone in seria difficoltà la sopravvivenza di una professione millenaria, fortemente radicata in Trentino. La fotografia restituita ieri mattina dal presidente di categoria Emanuele Bonafini, nel corso dell’assemblea generale dell’Associazione panificatori trentini, evidenzia un ambito produttivo in forte difficoltà dove, alle incertezze della crisi economica, si aggiungono preoccupazioni per il graduale cambiamento della dieta da parte della cittadinanza, per l’aumento dei costi delle materie prime e per i problemi connessi al ricambio generazionale.