La Repubblica Napoli
Giorno e anno da ricordare nella Babele delle mozzarelle. Ieri, 27 marzo, il ministero delle Politiche agricole ha rimesso ordine non sulla norma contestata dal Consorzio della Dop, ma su due. Se il prossimo governo, con la Regione, confermerà la linea di rigore il 2013 segnerà la svolta verso la legalità in un settore turbato da ombre e contrasti, tra produttori onesti e disonesti, tra caseifici e allevamenti. Frequenti i contatti tra il ministro uscente, Mario Catania, e l’ex presidente della commissione Agricoltura, il deputato campano Paolo Russo, Pdl. In seratala decisione. La prima norma (del dicembre 2008, ma attivata il 21 marzo) impone caseifici separati da luglio: nel primo solo Mozzarella di Bufala CampanaDop, nell’altro quella senza il marchio. È molto oneroso il sistema, per tutela da ogni errore o abuso. Il disciplinare prescrive infatti per un kg di mozzarella 4 litri di latte fresco, munto in area Dop (Caserta, Salerno, Latina e Foggia) nelle ultime 60 ore. In molti opifici, c’è una seconda linea di produzione: latte congelato o lombardo o dell’Est. Chi garantisce che solo le prime mozzarelle escano con il marchio Dop, e non tutte? Non è fantasia. I Nas di Napoli e la Procura antimafia hanno rilevato infinite trasgressioni, con 114 indagati per truffa e associazione per delinquere.