Il Sole 24 Ore
«La Croazia rinunci al nome Prosecco»: più esplicito il governatore del Veneto, Luca Zaia, non poteva essere ieri a Vinitaly. «La Croazia a luglio vorrebbe entrare in Europa – ha precisato Zaia – e se vuole entrarci deve farlo con le regole europee. Noi vogliamo la Croazia in Europa, vogliamo che gli istriani, che sono nostri fratelli di sangue, continuino nella sfida dell’Euroregione con Carinzia, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Veneto. Tuttavia la Croazia deve, rinunciare all’utilizzo del nome “Prosecco”. Altrimenti saremo noi a fare ricorso contro questa cosa». Un invito a nozze per Coldiretti che dei tentativi di imitazione e soprattutto della lotta alla contraffazione ne ha fatto una bandiera. Dalle scatole magiche, per auto-prodursi in pochi giorni stravaganti imitazioni dei vini made in Italy, ai tarocchi più diffusi sui mercati – come il Kressecco tedesco, il Barbera rumeno o i concentrati di Sambuca, Amaretto e Anisetta – il settore dei “finti” vini e dei liquori italiani vale, per Coldiretti, almeno 200 milioni di euro. E ieri l’organizzazione del mondo agricolo ha allestito nello stand di Vinitaly “L’angolo della vergogna” per denunciare le aberrazioni che rischiano di minare la credibilità e il successo dei nostri prodotti.
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