Il Sole 24 Ore
Decollano i Paesi Bric anche peril vino italiano. L’anno scorso l’export italiano ha raggiunto i 210 milioni, fatturato principalmente trainato da Russia (100 milioni), Cina (77) e Brasile (30,5). Ancora marginale il peso dell’India. Quest’anno gli analisti stimano per il nostroc export nei Bric una crescita intorno al 10%, sempre che non ci siano inasprimenti dei dazi o-cambi di regole in corsa. «Com’è successo l’anno scorso commenta Lamberto Frescobaldi, vice presidente della cantina Marchese de’ Frescobaldi – e come si è ripetuto per ben 4 volte negli ultimi 7 anni. Nell’ultima sono repentinamente cambiate le norme sulle fascette di Stato allegate a ciascuna bottiglia di vino importata: con queste le autorità sorvegliano che gli obblighi fiscali siano assolti. Tuttavia questo brusco cambio di regole del 2012 ha prodotto un arretramento dell’export italiano del 15%. Ma ritengo che sia solo una battuta d’arresto: la Russia è un mercato molto interessante con un potenziale di crescita intatto». «Ma non ci sono solo i dazi in Russia – aggiunge Sergio Dagnino, dg di Caviro – Ci sono anche una serie di barriere non tariffarie che di fatto ci mettono i bastoni tra le ruote. Detto questo ci crediamo moltissimo e già oggi esportiamo 4 milioni di bottiglie servendoci di due distributori locali».