L’Espresso
Sarà la crisi, che favorisce le bottiglie con il miglior rapporto qualità-prezzo. Oppure la filosofia del chilometro zero, lo stile di vita “local” che raccoglie sempre più adepti, o ancora la spinta del turismo enologico, la scoperta di territori fino a ieri sconosciuti al grande pubblico. Fatto sta che i vitigni autoctoni sono la nuova frontiera del vino italiano, ora all’appuntamento di Vinitaly 2013, a Verona dal 7 al 10 aprile (vinitaly.com). Denominazioni meno note come Gattinara e Ghemme in Piemonte, Collio e Carso in Friuli Venezia Giulia, che vanta vitigni tradizionali come il friulano (ex Tocai), la ribolla gialla e la malvasia istriana, fino alla Sicilia, dove i vini dell’Etna si fanno conoscere in patria e all’estero. Perfino in Toscana, dove le vette sono irraggiungibili, guadagnano terreno le bottiglie di Val di Cornia, nella zona di Suvereto, e quelle della Doc di Monteregio di Massa Marittima, in Maremma.