L’Unità
Li hanno chiamati con diversi nomi («choosy», bamboccioni), ma molto probabilmente sarà la prima generazione dal dopoguerra ad essere più povera di quella che l’ha preceduta. La pubblicazione del dato sul tasso di disoccupazione giovanile – che nell’ultimo anno in Italia ha toccato il record assoluto del 35,3%, il livello più alto dal lontano 1977 – è stata una scossa per il mondo politico che finalmente ha preso atto del fatto che non è più il caso di temporeggiare, ma di adattarsi ai nuovi cambiamenti imposti dalla nostra società. Come annunciato anche dal presidente del Consiglio Enrico Letta in conferenza stampa subito dopo l’ultimo vertice straordinario del Consiglio Ue, il tema della disoccupazione giovanile è una «questione cruciale». E urgente, viene da aggiungere. Molto rischioso per la democrazia stessa, tanto da far datare il prossimo Consiglio straordinario dei 27 i primi di giugno.
20130524_FoodPolitics.pdf