Il Giornale di Vicenza
Gli asparagi,a Vicenza e a Bassano, sono più di una tradizione. Sono un pezzo di storia. Gastronomica e non. Un documento inedito – individuato in Biblioteca Bertoliana – prova che da 4 secoli la vendita degli asparagi era così diffusa e probabilmente causa di illegalità da dover essere regolamentata. Nel 1600, a Vicenza, i vendisparesi potevano commerciare i loro ortaggi esclusivamente in un luogo: la piazzetta delle Garzarle, pena una multa di 5 lire. E quanti “lgano e impagliano sparesi” dovevano svolgere il loro lavoro separatamente da chi li vendeva, cioè in Piazza delle Erbe. Lo stabiliva il Capitolare dei Cavalieri del Comune, redatto per regolamentare gli scambi e definire gli spazi del mercato nelle piazze cittadine. Non solo: le leggi imponevano agli impagliatori di asparagi – che allora come oggi venivano legati e confezionati in mazzi – di non “andar sopra la piazzetta, dove si vendono li sparesi, per comprar per loro, .. ne meno far comprare per interposte persone sparesi di sorte alcuna.. in pena di Lire 10”. Nel caso poi venissero trovati a legare asparagi in un luogo diverso da piazza delle Erbe, la vergognosa pena prevista era quella di essere incatenati per due ore sulla piazza Grande. Il passaggio della merce da Piazza delle Erbe alla piazzetta delle Garzerie veniva svolto da facchini sotto la sorveglianza dei Cavalieri del Comune, quattro magistrati-finanzieri eletti annualmente e che esercitavano le loro funzioni due per semestre.