Il Giornale del Piemonte
La nuova minaccia alle nostre eccellenze enogastronomiche arriva dalla Rete. Tra le pieghe di Internet, nemmeno troppo nascosti, ci sono gli aspiranti produttori di vino di qualità. E, per loro, in base all’ineffabile legge della domanda e dell’offerta, ci sono anche coloro che cercano di accontentarli. In particolare, proponendo in acquisto per poche decine di euro addirittura dei kit per fare il vino in casa, come fosse un hobby, come se per produrre il Barolo non ci volesse qualcosa in più della semplice buona volontà e della passione per la lavorazione artigianale. Kit, nemmeno a dirlo, fasulli. A schierarsi in prima fila, comprensibilmente, c’è il Consorzio di tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, da tempo in lotta contro le contraffazioni e l’uso improprio del nome della docg più famosa del Piemonte. Tra i risultati più recenti di questa battaglia, la cancellazione dì ben quindici annunci di finti kit per la produzione di un vino designato come Barolo sul sito internet di eBay (specializzato nella vendita online tra privati) nel Regno Unito.Contemporaneamente due società inglesi sono state diffidate dall’utilizzare impropriamente sui loro portali il nome «Barolo» per la vendita di wine-box contenenti del non meglio identificato mosto d’uva. «Un’attività di controllo – spiega Pietro Ratti, presidente del Consorzio iniziata molti anni fa e che sta dando ottimi risultati.