Gazzetta di Modena
Nel 2012 +6,1% dell’export e +50% in 5 anni. Ma al Fancy Food di New York esplode il problema delle imitazioni. Il Parmigiano Reggiano, uno dei simboli di eccellenza enogastronomica dell’Emilia, continua a conquistare i paesi oltre oceano. Solo negli Stati Uniti d’America, i consumi negli ultimi cinque anni sono volati e parlano di incrementi pari al 50%. Ma si sa, il pericolo di imitazioni (che ha conseguenze negative importanti su tutta la filiera produttiva) è sempre dietro l’angolo. Lo dimostra quanto accaduto pochi giorni fa al Summer Fancy Food Show di New York, la principale fiera per il settore alimentare di tutto il nord America con oltre 20.000 visitatori, 180.000 prodotti e 2.400 espositori da più di 80 Paesi di tutto il mondo. Proprio nell’ambito di questa vetrina, infatti, sono stati individuati tre casi di usurpazione del nome e dell’uso del termine “parmesan”, interdetto in Europa a tutti i soggetti diversi dal Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano. «La presenza al Fancy Food – sottolinea il direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – è stata molto importante per definire le prospettive del Parmigiano Reggiano nel Nord- America, il più importante mercato extra-Ue. Quest’anno l’edizione è stata particolarmente importante perché ci ha consentito di consolidare rapporti istituzionali e commerciali».
Rapporti dai numeri importanti. Nel 2012 le esportazioni negli Usa del re dei formaggi sono arrivate a quota 7200 tonnellate, con un +6,1% rispetto al 2011. «Oggi – prosegue Deserti – gli americani spendono 150 milioni di dollari all’anno per acquistare Parmigiano Reggiano, grazie a un’immagine consolidata e ben definita del nostro prodotto, che si sta imponendo in virtù di un carattere preciso legato alle sue stagionature; il Parmigiano Reggiano più conosciuto e più tipico, quello di 24 mesi, è il formaggio che più di tutti incontra il gusto degli americani, ed è su questa strada che occorre lavorare per consolidare le posizioni anche rispetto alla concorrenza di tante imitazioni sia americane che comunitarie e italiane». Il successo commerciale e la notorietà della grande Dop italiana trascinano però anche il fenomeno delle imitazioni.
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