Secolo XIX
I turisti perdono l’orientamento tra palazzoni di Recco, eredità di una delle più orrende atrocità commesse dagli Alleati durante la guerra, 27 bombardamenti tra il 1943 e il 1944 che hanno ammazzato 130 civili innocenti e raso al suolo il 97% del borgo. Nell’atrio del palazzo comunale ci sono le gigantografie dello scempio, in bianco e nero. Fanno male al cuore. E tuttavia, nel settantesimo anniversario dell’apocalisse, Recco ottiene la prima certificazione al mondo per un prodotto di trasformazione alimentare – massi, la focaccia col formaggio – e prova a ribellarsi alla sua tragedia urbanistica. L’Unione europea ha dato il via libera alla concessione dell’Igp, l’indicazione geografica tipica, anche se in nome della concorrenza ha cancellato il vincolo dello stracchino ottenuto con il latte ligure tracciato. Giulio Bertagna, l’architetto che ha trasformato l’invadenza del ponte ferroviario in una risorsa estetica dipingendolo di rosso, grigio e ocra, è già stato contattato dal sindaco per restituire a Recco la bellezza perduta. «Abbiamo un tesoretto di quattro milioni che non possiamo spendere pervia del patto di stabilità», si rammarica il sindaco, «ma non appena saranno passati i tempi grami proveremo a rifarci il look».
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