Impossibile non parlare della vicenda della cosiddetta “Terra dei fuochi”. Impossibile perché rappresenta l’ennesima sfida importante per questo Paese. Tonnellate di rifiuti inquinanti trovate sotto terra nel territorio di confine tra le province di Napoli e Caserta e che oggi rappresentano un problema da risolvere velocemente.
Siamo di fronte a un attentato vero e proprio, verso una delle maggiori risorse che tutto il mondo ci riconosce da sempre: la terra, che rappresenta la base della nostra vocazione naturale all’agricoltura e alla lavorazione dei suoi frutti. Difficile capire in quanti traggono vantaggi da questi roghi e dagli smaltimenti illegali. “I rifiuti hanno un costo per le imprese produttrici – spiega Cesare Patrone Capo del Corpo Forestale dello Stato – e affidarne la gestione alla criminalità organizzata o a singoli personaggi che operano in proprio affinché li smaltiscano economicamente e celermente al posto loro, rappresenta una comoda scorciatoia per molte aziende, non soltanto locali”.
Ma le conseguenze sul territorio sono gravissime. “La combustione incontrollata dei rifiuti produce, come è noto, composti chimici tossici, persistenti e non facilmente biodegradabili – sottolinea Patrone – Le ripercussioni sono a carico dell’ambiente e della salute umana, ma i roghi e i rifiuti interrati danneggiano anche le produzioni agricole che insistono nelle immediate vicinanze di queste zone. Quindi in aggiunta alle conseguenze sanitarie, ambientali ed economiche ci sono anche quelle sociali e culturali”.
Ma adesso è emergenza, servono azioni serie in sinergia fra istituzioni pubbliche e organismi privati, per agire tutti insieme, da chi produce a chi fa le leggi, da chi monitora sicurezza e qualità a chi svolge funzioni di tutela e valorizzazione. Patrone delinea con chiarezza la prospettiva di chi affronta questo impegno tutti i giorni. “Per difendere la sicurezza delle nostre produzioni alimentari e lo stesso paesaggio agroambientale italiano, da tempo, tutte le Istituzioni statali e territoriali e in primis il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, e il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, stanno compiendo ogni sforzo per sfruttare sinergicamente ed efficacemente le risorse idonee a minimizzare gli effetti negativi sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”.
Nell’azione di contrasto ai crimini in campo agroambientale il Corpo forestale dello Stato è una forza di polizia specializzata che già da tempo si è attivata per predisporre un rafforzamento. “Stiamo lavorando in modo coordinato con gli altri Enti attraverso un piano di riconversione produttiva dei terreni contaminati, a seconda del livello di contaminazione, e con ogni altra misura finalizzata alla salvaguardia e al recupero delle porzioni di territorio interessato. Si stanno individuando delle misure di sostegno economico per gli agricoltori – aggiunge Patrone -, e si sta rafforzando il monitoraggio del territorio, sia attraverso l’incremento delle risorse umane e strumentali impiegate localmente, sia mediante l’acquisizione di maggiori informazioni investigative e operative inerenti il fenomeno dei roghi tossici. Altre misure sono le attività di prevenzione dei fenomeni attraverso la divulgazione, l’educazione e la sensibilizzazione alla cultura della legalità”.
Per poter fare passi in avanti bisogna sapere in che direzione andare e Patrone ha ben chiari gli obiettivi del suo Corpo. «Dobbiamo bloccare con forza chi ancora inquina queste zone e contribuire con il nostro lavoro a stabilire, prima possibile, punti e limiti certi dei terreni interessati, collaborando anche con altre Istituzioni. Questa grave situazione non deve essere in alcun modo strumentalizzata. Non si può fermare lo sviluppo delle province di Caserta e Napoli. E per quei luoghi ancora non bonificati si potrebbe pensare intanto a colture no food che comunque garantirebbero un certo guadagno agli agricoltori”.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno; l’unica ricetta possibile da attuare per difendere la terra è creare un rapporto sinergico fra istituzioni pubbliche, associazioni, privati e cittadini affinché a prevalere sia il bene comune e non gli interessi criminali. Un compito questo che dovrebbe svolgere la buona politica.