Il Secolo XIX
Con la mobilitazione dei forconi si schierano i produttori di latte. Le aziende chiudono per mancanza di reddito, mentre le derrate alimentari dall’estero invadono il Paese, che produce bene, ma non abbastanza per coprire il fabbisogno nazionale. A questo paradosso per gli allevatori si aggiunge un nuovo problema: la colossale domanda di latte in polvere, che fa salire i prezzi, ma rischia di impoverire il patrimonio di formaggi locali di qualità e di polverizzare le aziende. «La Cina produce più dolci e sta assorbendola produzione mondiale, in particolare dall’Europa – spiega Claudio Monferino di Predosa, allevatore, socio conferite della Centrale del latte di Alessandria e consigliere provinciale dell’Unione Agricoltori
– l’Italia non possiede impianti di trasformazione del latte (tranne quello ad uso interno della Ferrero), perchè con la sua produzione copre appena il 55% dei consumi. L’80 % del latte munto viene conferito a contratto di filiera, il 20% viene assegnato giorno per giorno in base alla quotazione, in gergo Latte Spot, che raggiunge il massimo storico di 0,54 euro al litro».