L’Arena
Il Radicchio di Verona IGP punta sulla certificazione di qualità per salvarsi da una situazione di mercato che, settimana dopo settimana, si sta dimostrando sempre più difficile. È questo, detto in estrema sintesi, quello che è emerso dalla prima assemblea dei soci, e dal convegno pubblico successivo ad essa, indetti dal Consorzio di tutela dedicato all’ortaggio che il 20 novembre scorso, dopo decenni di attesa, ha ottenuto i compiti di tutela e valorizzazione dell’Indicazione geografica protetta. Molti i temi in agenda.
Momenti di discussione interna e di confronto esterno che si sono svolti giovedì scorso a Roveredo di Guà. In apertura della fiera che per il diciottesimo anno è stata dedicata all’ortaggio che viene coltivato nelle provincie di Verona, Vicenza e Padova In particolare nelle zone poste più a Sud di esse. Dal lato della produzione, nonostante negli ultimi anni ci sia stata una costante crescita sia per quanto riguarda le superfici coltivate che dal lato delle quantità vendute, attualmente a coltivare il Radicchio di Verona IGP sono 20 aziende in tutto, che ad esso dedicano 130 ettari, producendone poco meno di 16.000 quintali.