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Cari americani, per favore non usate i nomi dei nostri prodotti DOP per i vostri formaggi e salumi. Questa, nella sostanza, la richiesta dell’Unione europea, i cui emissari hanno concluso ieri il quarto round di negoziati per un Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti, il cosiddetto Ttip (Transatlantic trade and investment partnership). Nel mirino i prodotti alimentari americani chiamati con nomi identici o quasi a quelli europei: parmesan, gorgonzola, asiago, bolognese, feta, burrata, muenster, gouda. La notizia era riportata dall’Ap giovedì scorso.
L’agenzia americana ha dato ampio spazio alle rimostranze dei produttori di formaggi statunitensi, tra i quali Errico Auricchio (niente a che vedere con l’azienda napoletana-cremonese), fondatore della BelGioioso Cheese che produce vari tipi di formaggio tutti rigorosamente “italiani”: burrata, fontina, gorgonzola, mascarpone, provolone, parmesan. Secondo Auricchio la richiesta dei negoziatori Ue non ha senso e a proposito del suo formaggio duro grattugiato scherza: «Non posso credere che non sia parmesan», giocando apertamente sull’equivoco con il parmigiano reggiano italiano. E’ un equivoco che la Corte europea di giustizia ha risolto alcuni anni fa, chiarendo che l’uso di parole e packaging che ricordino l’Italia e prodotti italiani(e specificamentelaparola parmesan) è contrario alla normativa sulla Denominazione di Origine Protetta.