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Produzione intorno ai 9 milioni di pezzi nel 2013 per il Prosciutto di Parma DOP. Sono i dati resi noti dal Consorzio, che confermano i livelli produttivi del 2012, anno in cui erano stati prodotti 9.025.769 pezzi marchiati. “Da qualche anno – conferma Paolo Tartara, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma DOP – il livello quantitativo dei prosciutti di Parma è ormai stabile e risponde all’attuale richiesta ciel mercato. Nel 2013 il comparto del prosciutto crudo ha registrato una flessione dei consumi sul mercato interno
, un calo che ha interessato sia le produzioni tutelate sia quelle non tutelate”. Per quanto riguarda il segmento del preaffettato, sono stati oltre 1,4 milioni i prosciutti ‘con la corona’ affettati per una produzione di circa 73 milioni di vaschette certificate Prosciutto di Parma DOP, in leggero incremento rispetto all’anno precedente. Oltre il 75% di queste vaschette è destinato all’export. “Tra i mercati più interessanti in questo momento c’è sicuramente la Russia – dice Tanara – anche se i quantitativi sono ancora limitati. Movimenti interessanti vengono da Giappone e Australia. Abbiamo avuto anche qualche piccolo segnale incoraggiante dalla Cina e parecchie conferme dagli Stati Uniti, che restano il nostro primo mercato per le esportazioni”. Il consorzio segnala, oltre alle problematiche ormai note sul mercato americano (Italian sounding su tutte), anche quelle legate all’utilizzo del marchio, per esempio in Canada. Finora il marchio Parma era detenuto da una società canadese (Maple Leaf), che quindi inibiva l’utilizzo della denominazione Prosciutto di Parma DOP su quel mercato. La questione sembra essersi risolta nell’ambito dell’accordo di libero scambio firmato da Ue e Canada lo scorso ottobre, che dovrebbe tutelare le dop e le igp permettendone l’uso sul mercato canadese ‘in coesistenza’ con eventuali altri marchi registrati.