Il Mattino Caserta
Ora sono davvero tutti d’accordo. L’incontro di ieri al ministero delle Politiche agricole ha segnato la svolta per la filiera bufalina su due temi fondamentali: tracciabilità del latte e doppio stabilimento. Ma resta il nodo della possibilità o meno di introdurre negli opifici il latte vaccino, non un tema secondario, visto che il 35 per cento dei produttori di mozzarella di bufala realizza anche altri formaggi di mucca. Su questo le posizioni tra le parti restano distanti
e sarà lo stesso ministro Maurizio Martina a decidere. All’incontro erano presenti i rappresentanti tecnici delle Regioni in cui si produce mozzarella a marchio DOP (Campania, Lazio, Puglia e Molise), Assolatte, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Confindustria, Confartigianato e il Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP. E tutti cantano vittoria. Ci sarà un unico sistema nazionale per risalire all’origine del latte e dare garanzie ai consumatori. Un sistema che recepisce le indicazioni della Regione Campania e sarà gestito dal Sian (sistema informativo agricolo nazionale), ma soprattutto sarà esteso anche alla mozzarella non DOP. Saràpossibile così sapere chi fa uso di latte proveniente dal nord Italia o dall’estero, « e finalmente si faranno controlli anche in quel Far West che è il settore non certificato, spesso al centro delle cronache con risvolti che toccano poi il comparto DOP», commenta il direttore del Consorzio di Tutela, Antonio Lucisano.