Libero Mercato
Tempi duri per il made in Italy. Quello vero. Il negoziato fra Stati Uniti ed Unione Europea sull’accordo di libero scambio dalla sigla impronunciabile Ttip, rischia di assestare un duro colpo alle nostre eccellenze alimentari. Le DOP. Il Trattato transatlantico per il commercio è giunto infatti alla fase decisiva. Prima dell’estate, secondo l’agenda concordata da Josè Manuel Barroso con gli americani, si trerrà il round decisivo. E l’esito, a meno di un miracolo, ci sarà sfavorevole. Al centro del confronto fra Bruxelles e Washington delle DO, dal Parmigiano Reggiano DOP al Pecorino, dal Gorgonzola DOP, all’Asiago DOP.
Senza dimenticare il Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP e Prosciutto Toscano DOP su cui si incardina il sistema europeo delle produzioni alimentari sottoposte a tutela. Gli americani non vogliono neppure sentirne parlare. Di recente si è costituita un’associa zione fra produttori che ha organizzato una gigantesca operazuione di lobbyng. Si tratta del Consortium for common food names che rivendica il diritto (è scritto perfino nella home page del sito web, Commonfoodnames. com), «di usare i nomi alimentari generici». Che purtroppo coincidono con le nostre Dop. La novità di ieri, uscita a margine della presentazione della prossima edizione di Cibus, è che con tutta probabilità la mediazione fra le due posizioni assomiglierà moltissimo a quella raggiunta con il Canada: via libera sul mercato americano alle nostre Dop che coesisteranno però con i tarocchi locali.