La Vita del Popolo
Intervista al presidente Rudy Milani sulla suinicoltura a l’era dell’allevatore singolo recentemente sono emersi i dati preoccupanti della suinicoltura in Italia: un calo della redditività del 6 per cento e una diminuzione dei prezzi di oltre 7 punti percentuali. Il che ha avuto come conseguenza un numero sempre maggiore di chiusure di allevamenti. Rudy Milani, presidente della Sezione Suinicola per Confagricoltura Veneto e per Confagricoltura Treviso, delinea il quadro della situazione e quali sono i punti di forza.
Quanti suini sono destinati ogni anno ai distretti di Parma e San Daniele? La suinicoltura italiana ha senso di esistere proprio perché negli ultimi 30 anni è stata difesa dalle produzioni DOP ed i consorzi dei prosciuttifici di Parma e San Daniele sono stati i capofila di questa difesa. Infatti l’Italia, unico paese al mondo dove i maiali vengono destinati alla trasformazione ad un peso superiore ai 160 kg, detiene il primato di avere la DOP più grande del mondo. In 10 regioni, nel 2013 sono stati prodotti 8.072.000 suini DOP, per un totale di 16.140.000 cosce, di cui solo 13.900.000 hanno superato i primi controlli sul rispetto dei disciplinari di produzione eseguiti al macello, 10 milioni di cosce sono poi state destinate al Prosciutto di Parma DOP, 2,5 milioni al Prosciutto di San Daniele DOP, le restanti al Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP, Prosciutto di Modena DOP, Prosciutto Toscano DOP e Culatello di Zibello DOP.