Gazzetta del Mezzogiorno
«Contro il danno all’immagine non si può che lavorare in maniera strategica e programmatica sull’immagine. Non possiamo restare inermi sotto gli attacchi continui degli agropirati senza scrupoli che “drogano” il mercato dell’olio extravergine di qualità “made in Italy”, spacciando oli di dubbia provenienza e genuinità per 100% italiano e biologico con un inevitabile danno a carico del territorio, delle imprese e dei consumatori. Lo strumento c’è, è la Misura 133 del PSR che ha ancora una importante dotazione finanziaria non utilizzata stimata in oltre 3 milioni di euro e potrebbe essere finalizzata a promuovere il comparto e rilanciarne l’immagine». Così il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a tracciare il percorso di rilancio e riabilitazione dell’immagine del comparto olivicolo-oleario, che deve riappropriarsi del ruolo di volano dell’economia agricola pugliese, dopo i frequenti sequestri e arresti per frodi e sofisticazioni e gli “schiaffi” ricevuti dalla stampa nazionale e internazionale.
In Puglia, nonostante il riconoscimento comunitario per cinque oli a Denominazione d’Origine Protetta ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il comparto olivicolo-oleario ad essere più colpito dalle sofisticazioni.