Terra e Vita
Se gli uffici della Commissione intendevano promuovere una forte unione tra gli operatori biologici, le loro organizzazioni e gli organismi di controllo in tutti i Paesi dell’Unione europea, la missione è senz’altro compiuta: la bocciatura della proposta di regolamento sulla produzione biologica – Coni (2014) 180 final – presentata a marzo è unanime. I commenti espressi nelle 24 lingue in uso nell’Unione lamentano che la proposta è una semplice cornice; infatti la quasi totalità dei dettagli qualificanti è rinviata a successive determinazioni di Bruxelles. «La bozza di regolamento è una cambiale in bianco. Per di più, non coglie l’obiettivo di semplificare la burocrazia» commenta Andrea Bertoldi, DG di Brio Spa e presidente di AssoBio. «Se si vuole che le imprese assimilino il regolamento e vi adeguino le proprie procedure con minori difficoltà, deve cessare la prassi di emanare regolamenti incompleti, via via da dettagliare con atti successivi». Un po’ quanto la Commissione ha fatto con il regolamento 1169/2011 sull’etichettatura degli alimenti, che è stato approvato nell’ottobre 2011 completo di tutti gli allegati tecnici, che in parte entrerà in vigore a fine 2014 e in parte a fine 2016; in questo modo le imprese hanno potuto aggiornare senza affanno procedure e materiali d’imballaggio. «Da quando è applicabile l’834/2007 abbiamo avuto in media un nuovo regolamento ogni due mesi – continua Bertoldi -. Quel che serve, invece, è un buon “testo unico” che le aziende possano implementare per tempo, senza dover attendere norme di esecuzione e continue modifiche, che comportano indeterminatezza e appesantimento di costi in termini di organizzazione, a scapito degli investimenti in sviluppo».
Ue, la proposta di regolamento non convince gli opera tori