Il Giornale di Vicenza
Il patrimonio enogastronomico nazionale, per noi italiani, non smette mai di focalizzare le nostre scelte a tavola: sì, è vero, negli ultimi anni l’interesse nei confronti della cucina etnica è aumentato – anche grazie alla diffusione sul territorio di ristoranti che propongono piatti provenienti praticamente da tutto il mondo – ma non può assolutamente competere con la varietà e la qualità della nostra tradizione. Che possiamo farci, d’altronde, se abbiamo la fortuna di poter vantare la leadership europea per numero di prodotti agroalimentari riconosciuti a livello comunitario? Tanto per essere precisi, l’Italia può contare su 262 denominazioni di origine mentre sono 4.813 i prodotti alimentari tradizionali regionali, 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 a indicazione geografica tipica (Igt). Il legame con il “tipico” (in particolare quello della propria terra) fa insomma parte dei nostro DNA, come dimostra anche una recente indagine promossa da Polli Cooking Lab-Osservatorio sulle tendenze alimentari: alla domanda “cosa cerca a tavola?”
Un intervistato su tre si è ritrovato nella risposta “le ricette della tradizione” e uno su quattro in “prodotti sani e di qualità”. In breve, le caratteristiche peculiari dell’enogastronomia italiana!