La Stampa
Da aprile a luglio si sono prodotte in Italia 3 milioni e 787 mila tonnellate di latte, il 3,3% in più sullo stesso periodo 2013 (il record in Piemonte con un +6,1%, seguito dal +3,9% in Veneto, +3,3% in Lombardia, +1,84% in Emilia Romagna). Così gli allevatori italiani rischiano nuovamente di «splafonare»: se al 31 marzo 2015 (chiusura della campagna di mungitura e fine del regime quote), la produzione annua supererà la quota assegnata dall’Ue (11,1 milioni di tonnellate), scatteranno le multe. «Tra i 200 e i 300 milioni di euro che, solo nel Cuneese, farebbero chiudere 200 stalle
– dice Franco Biraghi, presidente di Confindustria Cuneo e titolare del caseificio Valgrana -. Inutile l’affitto di quote, che sta aumentando tanto da costare quasi quanto le multe stesse. Anzi, considerando l’indotto, avremmo danni tra i 700 e gli 800 milioni, con il settore caseario italiano in ginocchio: per evitarlo, serve un’uscita “morbida” dal sistema quote».