La Stampa
Il D-Day si avvicina e gli allevatori italiani aspettano la fine del sistema delle quote latte tra qualche luce – il 37% di un campione di 300 interviste – si dice pronto ad aumentare la produzione e molte ombre: 1 su 4 è praticamente certo di abbandonare l’attività in tempi brevi. Il motivo? Non ci sono eredi (41%) ma una burocrazia che stritola (31%) senza dimenticare l’insufficiente redditività (19%). Il sondaggio – realizzato dal centro ricerche di produzioni animali e dall’Ismea – è stato presentato in occasione dell’edizione numero 69 delle fiere zootecniche internazionali di Cremona. Secondo i ricercatori a «scegliere di aumentare la produzione sono soprattutto le realtà di medio-grandi dimensioni
per le quali il potenziale di crescita stimato si aggira intorno al 10%». E lo fanno nonostante «il prezzo del latte italiano con ogni probabilità non saprà rivelarsi competitivo». Del resto Ismea ha messo in evidenza come anche nel terzo trimestre del 2014 prosegua il calo dei prezzi per i prodotti lattiero caseari che perdono il 3,7 per cento rispetto ai tre mesi precedenti e lo 0,7 annuo.