Le politiche e le strategie non si possono fare individualmente o isolatamente, hanno bisogno di condivisione, consenso e concertazione, di un’azione intelligente e di sistema. Con questo proposito che riassume lo spirito dell’incontro organizzato questa mattina a Roma al Ministero delle Politiche Agricole
dal Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP insieme ad AICIG e Fondazione Qualivita su “DOP e IGP: politiche e strategie di tutela”, il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Stefano Berni ha aperto i lavori di quello che è stato un momento proficuo di riflessione e confronto a più voci per coinvolgere a vario titolo tutto il settore delle DOP e IGP, andando quindi oltre l’analisi del singolo prodotto Aceto Balsamico di Modena. Con tale obiettivo, si sono seduti allo stesso tavolo – moderati dal Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni – oltre al Presidente dello Stesso CTABM, il Presidente dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore e il Direttore Generale di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, anche Emilio Gatto del MIPAAF, Giorgio Bocedi avvocato, Silvia Zucconi coordinatore dell’area agroalimentare di Nomisma e Stefano Vaccari di ICQRF.
“Insieme ad AICIG e a Qualivita – ha premesso Berni – abbiamo voluto offrire il nostro contributo per stimolare una nuova “primavera” di tutela e rilanciare i nostri prodotti: la tutela non è solo un’azione, ma anzitutto una politica strategica da “pensare” e impostare con la collaborazione dei Consorzi stessi e delle istituzioni”. Nel caso dell’ABM, come in molti altri, il patrimonio da tutelare è notevole: il settore ha vissuto una fase importante e, dopo la costituzione e il riconoscimento del Consorzio di tutela nel gennaio 2014, ha visto una crescita pari al 12% arrivando ad una produzione di quasi 98 milioni di litri di prodotto certificato con un fatturato alla vendita di circa 700 milioni di euro di cui oltre il 90% di export soprattutto in USA e Germania, già mercati principali e in costante crescita.
“La situazione in cui quotidianamente opera il CTABM – ha ripreso Berni – ha imposto questa riflessione e lo studio di una strategia di tutela con la quale abbiamo potuto approfondire il concetto di “evocazione” ed in particolare quel divieto di evocazione previsto dall’art. 13 del regolamento 1151/12, che apre un orizzonte di tutela dei nostri prodotti molto più ampio di quello che possiamo immaginare, anche perché – e questo concetto è di fondamentale importanza – è pensato prioritariamente per tutelare il consumatore prima ancora che per la difesa dei diritti dei nostri produttori e dei diritti di proprietà intellettuale legati alle DOP e alle IGP. Quest’ultima idea ha guidato anche la scelta della nostra strategia orientandola verso il coinvolgimento del consumatore e lo abbiamo fatto realizzando con Nomisma tre ricerche di mercato in Italia, in Francia e in Germania per verificare a cosa pensa il consumatore quando incontra prodotti denominati come “balsamici”. Le risposte sono interessanti e molto indicative, tuttavia non possiamo negare che il contesto in cui ci muoviamo sia complesso e problematico e che la questione dell’evocatività del termine balsamico debba essere prioritariamente chiarita in sede di giustizia civile e non attraverso procedure sanzionatorie di natura amministrativa”.