Due milioni di forme di Grana Padano DOP da esportare entro il 2020: è questo l’obiettivo del Consorzio di tutela. Passare dalle 1,588 milioni di forme del 2014 ai 2 milioni entro i prossimi 5 anni. «Vogliamo portare al 40%, i volumi esportati- annuncia Stefano Berni, direttore generale del Consorzio del Grana Padano DOP -. Sarà una crescita graduale, com’è avvenuto negli ultimi 15 anni, per garantire ai caseifici un trend costante». Nel 2014 l’incremento in volume dell’export di Grana Padano DOP è stato del 4,50 e ha assorbito 8 milioni di quintali di latte della pianura padana. A far da traino soprattutto il “grattugiato”, più moderato lo sviluppo delle forme intere e dei pezzi confezionati.
Tra le destinazioni dell’export spicca la Germania con oltre 350 mila forme, seguita dalla Svizzera che con un +8,5°10 raggiunge gli Stati Uniti, in leggera flessione, con 136 mila forme importate. Il Paese con la migliore performance è la Spagna (+29%io) che ha assorbito 56 mila forme. Segue con +9°o la Gran Bretagna che con 113 mila forme importate si avvicina alla Francia, al quarto posto con 125 mila. Tuttavia, l’embargo russo, da agosto, ha quasi dimezzato l’export verso Mosca, bloccando a 19 mila forme un trend che marciava al +15%. «I dati sull’export sono positivi – osserva Nicola Baldrighi, presidente del Consorzio – ancora di più se confrontati con la tendenza del comparto lattiero-caseario e dell’agroalimentare. Senza embargo russo avremmo superato già nel 2014 la quota di i,6 milioni di forme esportate. Quest’anno aumenteremo del 30% gli investimenti esteri per continuare a crescere. Credo che Expo 2015 ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo».
Fonte: Il Sole 24 Ore