«Uscire dal Consorzio significa far morire il prodotto. È ora di smetterla di guardare al proprio campanile. Bisogna fare squadra, con l’obiettivo di creare, in futuro, un’umica cooperativa». Non c’è Asparago Bianco di Bassano senza marchio DOP e non c’è certificazione europea al di fuori del Consorzio di tutela del pregiato turione bassanese.
Nei giorni in cui la produzione del prelibato ortaggio locale sta finalmente entrando nel vivo e gli esperti preannunciano una stagione da record, il presidente del Consorzio di tutela della specialità bassanese, Piergiorgio Bizzotto, mette in guardia le istituzioni locali, i consumatori e gli stessi coltivatori sui rischi derivanti dall’immissione sul mercato e dalla vendita di asparagi senza marchio a prezzi stracciati e dalla rinuncia, da parte di qualche produttore, a porsi sotto l’egida del Consorzio.
L’ Asparago Bianco di Bassano DOP, coltivato da una sessantina di aziende certificate e consorziate e venduti oggi all’ingrosso a 9,10 euro al chilo, sono infatti in questo momento una delle pochissime colture in grado davvero di portare ricchezza a chi lavora la terra. Un risultato raggiunto grazie ad anni di lavoro per l’ottenimento della certificazione UE e all’unificazione dei due storici consorzi ma che potrà essere mantenuto e migliorato solo continuando puntare sulla DOP e sul rispetto del disciplinare europeo.
Fonte: Il Giornale di Vicenza