L’effetto Russia continua a farsi sentire, sulle esportazioni piemontesi. Soprattutto quelle dell’agroalimentare. Secondo le ultime stime nazionali di Coldiretti, nel corso del primo quadrimestre dei 2015 il crollo verso Mosca e il Paese ex sovietico è stato del 24,9 per cento. Un taglio che sale al 48,2 per cento se si parla soltanto dei prodotti agroalimentari, più direttamente colpiti dall’embargo. E il Piemonte, purtroppo, non fa eccezione: a essere colpito è soprattutto il settore ortofrutticolo, ma ne risentono anche quello zootecnico e quello delle patate.
Grande preoccupazione anche per le carni e del Prosciutto di Parma DOP e del Prosciutto di San Daniele DOP, i cui circuiti sono alimentati con oltre u n milione e mezzo di cosce di suini allevati in Piemonte. “Il 60 per cento dei 2 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui i 140 per cento alla Russia. Con l’embargo, la perdita perle nostre aziende frutticole è gravissima. Il comparto agroalimentare registra già un danno di 60 milioni di euro”, afferma Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte. «Oltre ai danni economici diretti, questa situazione sta producendo anche uno sconvolgimento degli equilibri di mercato. Le produzioni ortofrutticole, infatti, degli altri paesi europei, respinte dalla Russia, vengono riversate sul nostro mercato italiano, facendo calare vertiginosamente i prezzi. A spese, ancora una volta, delle nostre aziende agricole», aggiunge Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte.
Fonte: Il Giornale del Piemonte