I viticoltori che contestano i Consorzi di tutela devono farlo dentro le organizzazioni, non uscendo e sbattendo la porta. Tutti sono sulla stessa barca e tutti devono far crescere le strutture, soprattutto dove non funzionano come vorrebbero», Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc (la Federazione dei Consorzi di tutela) e produttore in Franciacorta DOP, interviene sulla vicenda che ha messo a rumore il mondo dei vino: la contestazione dei Consorzi da parte dei piccoli produttori di qualità della zona del Soave DOP, del Trentino e dell’Oltrepò Pavese DOP, protagonisti, questi ultimi, dello strappo» più recente con l’abbandono del Consorzio di Broni.
Tutti chiedevano di avere più peso nelle decisioni dei rispettivi Consorzi, puntavano alla difesa della qualità dei prodotti e contestavano il peso dominante dei grandi produttori e degli imbottigliatori a cui la legge riserva una rappresentanza dentro le organizzazioni proporzionale alla produzione (e al pagamento delle relative quote), i contestatori puntavano su una nuova proposta di legge in discussione in Commissione Agricoltura della Camera che conteneva una modifica del diritto di voto che poteva dare più rappresentanza ai piccoli produttori. Nella lunga discussione sulla proposta (incentrata soprattutto sulla semplificazione del settore) il cambiamento delle regole per il voto nei Consorzi è stata cancellata.
Fonte: Corriere della Sera