Il «Niet» della Regione Campania è caduto ufficialmente venerdì sera e il Consorzio di Tutela ha avuto finalmente campo libero per superare il tetto delle 60 ore. Un semplice numero su cui si discute ormai da tre anni e la cui rimozione, secondo il comitato paritetico del Consorzio di cui fanno parte allevatori e trasformatori, potrebbe aprire nuovi mercati alla Mozzarella di Bufala Campana DOP in un momento in cui è necessario esportare per salvarsi. Un po’ come accade per tutta la filiera italiana lattiero-casearia, la più importante del settore agro alimentare. 60 ore? Sono il tempo massimo di stoccaggio che il latte può avere prima di essere trasformato.
E questa norma, pensata per garantire un prodotto fresco al consumatore, di fronte ai nuovi scenari potrebbe rivelarsi una palla al piede fatale. Perché il problema fondamentale del comparto è molto semplice: d’inverno si produce di più e si consuma di meno, d’estate si produce di meno e si consuma di più. Dunque i conti non tornano e il range del prezzo del latte oscilla durante l’annoda 1,10 a 1,50 euro al litro. Troppo per garantire un reddito a chi alleva. La soluzione a questo problema «naturale» c’è con l’uso della tecnologia del freddo: congelare il latte in eccesso e rimetterlo in circolazione quando cresce il consumo di mozzarella nei mesi estivi. Ma proprio questa pratica è proibita dal disciplinare che adesso dovrebbe essere modificato.
Fonte: Il Mattino