Dopo la Sicilia e la Calabria anche la Puglia si avvia per la richiesta di riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta per il proprio olio extra vergine d’oliva. Le principali unioni nazionali degli olivicoltori, Unaprol, Cno, Unapol, Unasco e Aipo, sostenute dai frantoiani dell’Afp e dalle organizzazioni dei produttori della regione, hanno dato vita al Comitato promotore per l’IGP, redigendo una prima bozza di disciplinare di produzione, presentata il 19 giugno a Bari. Presente anche Vincenzo Carrozzino del ministero delle politiche agricole. Sarà, come precedentemente per Sicilia e Calabria, una IGP che assomiglia più a una DOP. Infatti tutte le fasi della produzione dovranno essere condotte all’interno della regione.
Nel disciplinare di produzione è prevista un’attenzione particolare alla cura degli oliveti. Oltre a dover eseguire concimazioni e trattamenti secondo quanto stabilito dai disciplinari di produzione integrata, è indicato che la potatura degli olivi dovrà essere annuale nel caso di oliveti intensivi e almeno biennale per quelli tradizionali. Molto ampi, in ragione delle diversità degli areali e delle cultivar, le caratteristiche organolettiche del futuro olio pugliese che comunque dovrà avere un’acidità libera non superiore a 0,5, perossidi inferiori a 10 mq 1 kg e poli fenoli superiori a 250 ppm. «La campagna olivicola appena trascorsa», ha spiegato Pantaleo Piccinno, coordinatore del Comitato promotore, «ha messo in ulteriore evidenza l’importanza della Puglia, unica a presentare quantitativi di prodotto italiano utile per i mercati e l’assoluta necessità di operare uno sviluppo di natura sia qualitativa che quantitativa».
Fonte: Italia Oggi